Le flotte urbane italiane affrontano quotidianamente sfide complesse legate alla frammentazione spaziale, al traffico variabile e alle restrizioni locali che erodono l’efficienza del last-mile delivery. La segmentazione tradizionale basata su dati aggregati di GPS maschera variazioni critiche di densità veicolare, pedonale e di servizio, impedendo strategie logistiche mirate. L’approccio Tier 2, evidenziato nell’analisi “L’aggregazione globale nasconde inefficienze locali”, riconosce che soluzioni efficaci richiedono microzone di 50–300 metri quadrati, dove parametri come traffico orario, accessibilità stradale e zone di carico/scarico si combinano in modelli spaziali univoci. Questo articolo approfondisce il metodo avanzato Tier 2 per segmentare dati GPS urbani tramite clustering spaziale DBSCAN, con passaggi operativi dettagliati, esempi concreti e best practice per implementazioni reali nel contesto italiano.
Microzone Urbane: Unità Logistiche di Precisione
Le microzone rappresentano unità territoriali omogenee, ideali per adattare percorsi, fermate e tempi di sosta a condizioni locali specifiche. In contesti come Milano, Roma o Napoli, dove la morfologia urbana varia drasticamente per quartiere, con strade strette, zone a traffico limitato (ZTL), aree pedonali e accessi variabili, un’analisi micro-spaziale diventa indispensabile.
La segmentazione fine permette di:
– Identificare cluster con traffico coerente e prevedibile, evitando sovrapposizioni tra zone residenziali, commerciali e industriali;
– Ridurre il tempo di attesa in punti di carico/scarico tramite pianificazione dinamica;
– Migliorare la penetrazione logistica in aree a bassa accessibilità, grazie a dati granulari su velocità, deviazioni e fermate.
A differenza dell’aggregazione globale, che produce cluster omogenei ma poco operativi, il clustering spaziale rivela strutture nascoste, trasformando dati grezzi in decisioni logistiche concrete.
DBSCAN: Il Metodo Naturale per Microzone Logistiche
Il DBSCAN è la scelta privilegiata per segmentare dati GPS urbani per la sua capacità di scoprire cluster basati su densità e distanza, tollerando rumore e outlier. A differenza di KMeans, che richiede una predefinizione del numero di cluster, DBSCAN calibra automaticamente il raggio di vicinanza (ε) e il numero minimo di punti per formare un cluster (MinPts), grazie a metriche spaziali come la densità kit.
Fase critica: la scelta di ε varia notevolmente per città italiane. A Milano, con strade più compatte e traffico denso, ε ottimale si aggira tra 180 e 280 metri, mentre a Napoli, con layout più frammentato, può scendere a 150 metri. La calibrazione avviene mediante analisi esplorativa: si generano mappe di densità (kernel density) che evidenziano aree critiche; il punto di spicco in Milano è circa 220 m, con un raggio ε=250 m; a Bologna, 170 m con ε=180 m.
I parametri MinPts, tipicamente 5–10 per microzona, devono essere adattati alla coesione urbana: zone ad alta complessità (centri storici) richiedono MinPts più alti per evitare cluster troppo frammentati.
Fasi di Pulizia e Trasformazione per Clustering Affidabile
Dati GPS grezzi contengono errori di tracciamento (punti isolati, deviazioni rapide, segnali deboli), che compromettono la qualità dei cluster. Il preprocessing è fondamentale:
- Conversione in coordinate geografiche: ogni punto GPS (lat, lon) viene trasformato in coordinate UTM o WGS84 per garantire precisione spaziale. In contesti urbani, l’uso di coordinate geografiche con interpolazione spline lineare o filtro Kalman riduce artefatti causati da movimenti bruschi.
- Rimozione outlier: si identificano punti con velocità superiore al 15% rispetto al limite urbano medio (es. 25 km/h su strada urbana) o deviazioni angolari >45° rispetto alla traiettoria prevista, eliminati con metodi statistici (IQR) o filtri basati su accelerazione.
- Interpolazione punti mancanti: si applicano algoritmi spline cubiche o filtri Kalman per ricostruire tracciati coerenti, mantenendo continuità temporale senza distorsioni.
- Filtro per qualità segnale: si applica una soglia di confidenza (es. 0.85 di accuratezza GPS) per escludere dati poco affidabili, soprattutto in aree con edifici alti (canyon urbani) che degradano il segnale.
Questa fase garantisce un dataset pulito, essenziale per cluster spaziali significativi e riproducibili.
La Verifica Umana: Chiude il Cerchio della Logica Algoritmica
Il clustering automatico non sostituisce la conoscenza locale. L’iterazione con esperti logistici regionali è indispensabile per:
– Verificare la plausibilità dei microzone rispetto a infrastrutture reali (semafori, zone di carico, restrizioni orarie);
– Correggere cluster che includono zone non praticabili (es. strade a senso unico strette);
– Convalidare l’allineamento con normative urbane (es. ZTL Milano vs zone di consegna; limitazioni accesso carico in Roma centro).
La validazione avviene tramite mappe interattive (QGIS o Uber Movement) con layer tematici: semafori, lavori, barriere fisiche, orari di consegna. L’esperienza locale evita errori di sovrapposizione cluster, garantendo che microzone siano operativamente utilizzabili.
DBSCAN vs KMeans: Quando Scegliere il Metodo Giusto
Mentre KMeans richiede di predefinire il numero di cluster, DBSCAN scopre la struttura naturale dei dati, rivelando cluster con densità eterogenea tipica delle città italiane. Ad esempio, un quartiere con zone residenziali a bassa densità e centri commerciali ad alta concentrazione genera cluster naturali con DBSCAN, mentre KMeans forzerebbe una suddivisione artificiale.
| Parametro | DBSCAN | KMeans |
|———————–|—————————————|————————————-|
| Definizione cluster | Basata su densità e distanza | Richiede numero cluster predefinito |
| Gestione rumore | Esclude outlier “rumore” | Sensibile a punti isolati |
| Adattabilità | Dinamica, senza input a priori | Rigida, dipende da input iniziale |
| Applicabilità in città | Eccellente per microzone urbane | Limitata a dataset omogenei |
Un caso studio reale: a Bologna, l’uso di KMeans con k=4 ha prodotto cluster sovrapposti tra zone pedonali e strade principali, causando inefficienze. Con DBSCAN (ε=160 m, MinPts=6), si ottennero microzone distinte, riducendo i tempi di percorrenza del 18% nei giorni lavorativi.
Errori Frequenti e Come Evitarli
Errore 1: Cluster sovrapposti per ε eccessivo
ε troppo alto fonde microzone con caratteristiche diverse (es. centro storico a traffico intenso e quartiere residenziale tranquillo). Soluzione: test iterativi con ε ridotto (da 200 a 120 m) e verifica visiva su mappe di densità, evitando cluster con parametri misti.
Errore 2: Ignorare la variabilità temporale
Dati aggregati nascondono picchi orari (ore 13–15: traffico picco). Analisi multitemporale con DBSCAN su dati orari separati rileva cluster orari distinti, migliorando la precisione.
Errore 3: Filtro anomalie insufficiente
Punti con velocità >45 km/h in zone urbane sono outlier, ma talvolta registrati per errori GPS. Implementare filtri basati su limiti fisici (max 25 km/h in centro) e accelerazione minima (0.5 m/s²) per pulire i dati.
Errore 4: Mancata integ


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